Sembrava un finale di stagione in tono minore, alla fine aderiscono:
Marco Allevi, Aurelio Battiston, Livio Boscaini, Stefano Coizzi, Paolo Mossini, Orazio Scardeoni, Franco Tellini, Enzo Zancarli.
Sono con noi anche: Renzo D.Bosco (DLF), Valentino Rossi e G.Franco Stagi (G.S. S.Giorgio), Fulvio (G.S.Guidizzolo), Bruno Alvino (indip.)
http://connect.garmin.com/activity/231112225#.UHHjnoV9VPE.email (peccato per misure anglosassoni)
Inappuntabile partenza ore 9.00 dall'Agriturismo Roeno di Fugatti. La temperatura di 14 C° e la zona d'ombra creata dalle montagne circostanti non è quanto di desiderabile, ma la pedalata agile dei nostri e le case illuminate di Avio che già si intravvedono ci fanno sperare per un rapido riequilibrio termico.
Il gruppo è alquanto composito, ci sono pezzi da 90 di pianura e gazzelle di montagna.
Fulvio è una vera incognita in completo assetto invernale con calzoni 3/4, giubbino, cuffia, guanti tipo "regalo di Natale" e zaino sulle spalle tanto da chiederci se in salita vincerà l'uomo o lo zaino.
Istintivamente si adotta una condotta di corsa ideale per tutti che, anche dopo la pausa caffè di Loppio, piedi salita, prosegue fino al Passo Bordala. Divisi in gruppetti si sale fra gli 8/10 km/h non per la pendenza, ma perchè ognuno dice la sua e si ride. Nessuno parla di fatica, di pendenza, di quanto manca ..... la strada scorre liscia, quasi con gusto. Negli ultimi chilometri Livio non resiste alla sua indole, abbandona la compagnia e chiude la salita in 1h.28'.29", così dice lui. Ci si raduna all'albergo del passo dove arriva un sorprendente Fulvio, non male pur imbragato come è.
Dopo un richiamo alla prudenza si scende per un budello di strada, molto tecnica e piacevole fino al bivio per il Lago di Cei e poi discesa vera fino a Villa Lagarina. Stefano scende a palla, ma forse i suoi 92 chili gli impediscono di fare diversamente. Ponte sull'Adige e "full immersion" nella omonima valle percorrendo una ciclabile che fra alti e bassi, curve e controcurve ci allunga il percorso fino a Pilcante dove usciamo per velocizzare il rientro. Allo scoperto sulla provinciale il vento contrario e il desiderio di arrivare favoriscono la frattura del gruppo, uno strappo alla filosofia della giornata. Ma sono gli ultimi chilometri e il via libera alle energie residue quale verifica di se stessi sta nelle cose.
La direzione gentilmente ci mette a disposizione una doccia al piano superiore, servizi al piano terra, una canna fuori che ci permettono di sveltire le operazioni, sono le 14.00 e abbiamo una fame bestia.
Al tavolo, preparato all'aperto sotto un tendone, ci aspetta un servizio femminile Polacco/Marocchino che con gentilezza e velocità ci assisterà in continuazione portandoci tutto e di più.
Primi al capriolo, carne salada cruda e cotta, piatti di coniglio a ripetizione, polenta, spinaci, patate al forno, meravigliosi fagioli imbragati con cotiche con repliche, caraffate di vino di uva "schiava" fino a farci strabuzzare gli occhi. Il che non ci impedisce di resuscitare all'offerta di un gelato con frutti di bosco (tafat!).
Quando conversando qualcuno comincia inconsapevolmente a rovesciare tazzine di caffè o bicchieri di vino, capiamo che è ora di chiedere il conto. I più decidono di prendere l'autostrada, meglio una strada diritta, molto diritta.
Si chiude a Mantova alle 17.30 una giornata perfetta.
Un grazie a Stefano fotografo di corsa e "di tavola" , nonchè del suo resoconto di navigazione.